L'allattamento vegano

Articolo della dott.ssa Paola Stella, dietista, tratto dal Notiziario di SSNV di settembre 2014

Nell'ultimo trentennio si è assistito ad un'inversione di rotta in merito alle direttive riguardanti l'alimentazione del neonato e in particolar modo dell'allattamento. A partire dagli anni '90 infatti enti come OMS e UNICEF affermano senza ombra di dubbio l'importanza e la validità dell'allattamento esclusivo al seno per il bambino nei suoi primi 6 mesi di vita.

A questo si aggiungono le evidenze scientifiche che mostrano i molteplici vantaggi sia per il lattante che per la madre, tanto da attivare sempre più numerose iniziative che promuovono l'alimentazione complementare all'allattamento al seno fino all'anno di età, e, qualora ci fosse la possibilità, di prolungare l'allattamento complementare fino al compimento del secondo anno di vita o oltre.

Il latte materno è specie-specifico, cioè adatto solo al neonato della specie a cui esso appartiene: è tale poiché gli garantisce un accrescimento ed uno sviluppo ottimale e conferisce un valido aiuto nella prevenzione di patologie cronico degenerative dell'età adulta (ipertensione, diabete tipo 2, sovrappeso, colite ulcerosa).

I vantaggi sono molteplici anche per la madre, sia sul piano fisico che emozionale, favorendo in modo importante lo stimolo dell'"istinto materno", rafforzando il legame con il figlio e instaurando una straordinaria armonia che consentirà di rispondere in modo adeguato alle esigenze del neonato.

L'allattamento al seno risulta vantaggioso anche sotto altri profili: economicamente presenta una notevole riduzione dei costi e della spesa per la salute (il latte materno non costa nulla, e un bambino allattato al seno ha una salute più robusta ed è meno predisposto alla carie dentale); socialmente, riduce in modo importante l'inquinamento derivato dalla produzione di latte artificiale e presenta inoltre un vantaggio sul controllo delle nascite, soprattutto nei Paesi del terzo Mondo.

Questi aspetti si evidenziano in modo ancor più importante quando alla scelta dell'allattamento al seno protratto si affianca anche la scelta della madre di un'alimentazione a base vegetale, rafforzando i vantaggi sulla prevenzione per la salute ed enfatizzando ancora più il rispetto per l'ambiente e gli animali; infine, nel latte materno di madri vegane, si riscontra una minor quantità di pesticidi e agenti contaminanti e una maggior quantità di isoflavoni della soia rispetto al latte di madri onnivore: entrambe queste caratteristiche hanno un ruolo importante nel mantenere e promuovere la salute del bambino.

Per poter usufruire maggiormente di tutti questi vantaggi, si rende indispensabile che la nutrice goda di buona salute e che la sua alimentazione sia adeguata, tale da soddisfare pienamente i fabbisogni specifici di questo particolare periodo di vita.

Le posizioni ufficiali dell'Academy of Nutrition an Dietetics (ex ADA) affermano che un'alimentazione vegetariana e vegana sono valide alternative alla scelta nutrizionale onnivora anche durante il periodo di allattamento. Tale alimentazione è in grado di soddisfare pienamente i fabbisogni della nutrice e del lattante tanto quanto, o ancor più, di un'alimentazione onnivora ben pianificata.

L'unico accorgimento consigliato riguarda l'integrazione di vitamina B12: durante l'allattamento la nutrice dovrà far attenzione ad assumere l'adeguato integratore, che va comunque assunto nella stessa quantità di prima, non vi sono fabbisogni aumentati, né in gravidanza né in allattamento. I livelli ematici di B12 nella madre che allatta devono essere superiori a 488 pg/ml, che è considerato il livello ottimale da rispettare nell'adulto.

Per tutto ciò che riguarda i minerali (ferro, calcio, zinco in particolare) e le altre vitamine (A, D, E ...) sono da rispettare gli stessi accorgimenti di qualsiasi scelta nutrizionale, per evitare un eccessivo stress fisico nella madre e per garantire al neonato tutto ciò di cui ha bisogno per il suo accrescimento.

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