Pillole d'informazione

Ecco una raccolta di brevissime considerazioni che possono essere utili per realizzare trafiletti di qualche riga.

È vero che i vegetariani hanno una salute migliore rispetto agli onnivori?

Sì, i dati scientifici ottenuti da una moltitudine di studi epidemiologici condotti negli ultimi 50-60 anni mostrano che i vegetariani e soprattutto i vegani godono di salute migliore rispetto agli onnivori.
In particolare una dieta che elimini completamente i cibi animali è in grado di ridurre considerevolmente l'incidenza di gravi patologie croniche quali malattie cardiovascolari (ipertensione, aterosclerosi, infarto, ictus), iperlipemia, diabete, obesità, cataratta, calcolosi, malattia diverticolare, che costituiscono le principali cause di morbilità e mortalità nei paesi industrializzati.


Perché escludere anche il pesce dalla dieta?

I nutrienti potenzialmente utili che il pesce fornirebbe sono proteine e ferro, contenuti entrambi in quantità più che adeguate in una dieta 100% vegetale. Per contro, con il pesce si introducono grassi saturi esattamente come con la carne, nonché di colesterolo.

Gli acidi grassi omega-3 contenuti nel pesce, non sono protettivi come un tempo si riteneva: studi recenti non hanno mostrato alcuna associazione positiva tra consumo olio di pesce e la salute del cuore. Inoltre il pesce è ricco di inquinanti tossici, come e più degli altri cibi animali: in particolare, l'assunzione di pesce risulta essere tra le prime cause dell'esposizione umana alla diossina ed al mercurio, sostanze con accertati effetti cancerogeni e neurotossici, specie per i bambini.


E' indispensabile per bambini e neonati assumere carne, uova e latte?

L'American Dietetic Association (ADA) ha dichiarato nel suo "Position Statement" sulle diete vegetariane (tra cui sono incluse quelle vegane) che esse offrono tutti i principi nutritivi necessari alla crescita e allo sviluppo del bambino. Tale posizione è confermata da diversi studi epidemiologici su bambini latto-ovo-vegetariani e vegani non macrobiotici.

Diversi Studi rilevano che i neonati alimentati con latte vaccino hanno una maggiore probabilità di ammalarsi di diabete Tipo 1 e che l'aterosclerosi e le patologie ad essa correlate possono essere efficacemente prevenute con una alimentazione a basso contenuto di grassi saturi (quindi essenzialmente animali) fin dall'infanzia.

Inoltre una dieta a basso contenuto di cibi animali riduce i rischi legati all'esposizione della madre e del bambino a contaminanti chimici sicuramente cancerogeni come la diossina e i PCB, molto più concentrati in latte, uova, carne e pesce che nei vegetali.


I vegetariani sono a rischio di carenza di ferro?

No, le evidenze statistiche mostrano come non vi sia una prevalenza di anemia da carenza di ferro nei vegetariani (specie nei vegani).

Il ferro contenuto nei vegetali è maggiore in quantità assoluta, ma è in forma non-eme, che risulta maggiormente sensibile ai fattori che ne influenzano l'assorbimento. Va notato tuttavia che solo il 40% del ferro delle carni è in forma eme, il resto è non-eme come nei vegetali.

L'assorbimento del ferro in forma non-eme risente favorevolmente della contemporanea assunzione di cibi ricchi in vitamina C (succo di limone ed agrumi in genere, peperoni, kiwi, broccoli, etc.), normalmente presenti in una dieta vegetariana variata.

In caso di aumentati fabbisogni di ferro, l'organismo è in grado di aumentarne le assunzioni e ridurne le perdite. Tutte le pratiche che incrementano l'assimilabilità del ferro vegetale possono comunque risultare utili, ma vanno riservate ai casi di effettiva necessità: eccessivi depositi di ferro sono infatti un fattore che influenza negativamente lo stato di salute.


I bambini vegetariani sono a rischio di carenza di vitamina D?

Tutti sono a rischio di carenza di vitamina D, bambini e aculti, onnivori e vegan, in quanto la vitamina D non si ricava dalla dieta (anche in una dieta onnivora, non si può ricavare più del 10% di vitamina D da fonti alimentari) ma viene sintetizzata dal nostro organismo grazie all'esposizione al sole. Fattori ambientali e stili di vita, però, fanno sì che spesso non si raggiungano i fabbisogni necessari, per cui è necessaria un'integrazione.

Data la sua estrema importanza per i bambini, a tutti i bambini allattati al seno viene consigliato un integratore di vitamina D per tutta la prima fase della loro vita, soprattutto nei mesi invernali, perché tale nutriente non viene assimilato dal bambino tramite il latte materno. Anche per i bambini allattati con latte formulato è utile considerare l’integrazione quando l’introito di latte comincia a diminuire in favore dell’alimentazione complementare (quando ne viene consumato meno di un litro al giorno).


Come si ricavano gli omega-3 in una dieta vegetariana?

E' vero che alcuni pesci grassi (salmone, trota, aringa) sono buone fonti di acidi grassi omega-3 a lunga catena, ma tra il 15% e il 30% dei grassi nel pesce è costituito da grassi saturi (cioè i grassi "cattivi"). Un po' meno che nel manzo e nel pollo, ma molto, molto di più che nei vegetali. Non è dunque consigliabile ricavare gli omega-3 dal pesce, isa per ragioni di salute (in aggiunta, nel grasso del pesce che si ritrovano concentrati tutti gli inquinanti che si riversano nelle acque), che economiche (è un alimento costoso), che ambientale (è impossibile all'atto pratico, un aumento del consumo di pesce per tutta la popolazione. Già un consumo agli attuali livelli ha causato devastazione a causa dalla pesca selvaggia, e tutti gli esperti del settore concordano nell'affermare che la situazione non è più sostenibile).

Le fonti vegetali di omega-3 sono molto più a buon mercato, sostenibili e sane: si tratta di semi di lino, olio di lino, noci, semi di chia. Ttti dunque dovrebbero ricavare gli omega-3 da tali fonti, non è realistico fare altimenti.

In bambini e donne in gravidanza può essere consigliabile utilizzare integratori di origine marina ma del tutto sani e sostenibili: non olio di pesce, ma olio algale, ottenuto da microalghe.

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